domenica 7 ottobre 2012

Give me your heart

Questo è un racconto, che ho scritto poco tempo fa e che ha partecipato ad un concorso letterario a Cagliari. Non ho vinto niente, se non la pubblicazione sull'antologia dei racconti migliori del concorso.
Enjoy it.


GIVE ME YOUR HEART

Laura era innamorata di Manolo in maniera folle, non sapeva cosa avrebbe dato per averlo. Figlio di Gianni Tocco, un importante avvocato Oristanese, non condivideva la passione familiare per i cavalli ma preferiva sedere al volante di veloci auto sportive o prendere il sole in spiaggia, in qualsiasi periodo dell'anno in cui il cielo fosse sgombro da nubi.
Il lavoro di avvocato non gli interessava, si presentava raramente nel prestigioso studio di famiglia che il padre desiderava portasse avanti, visto che stava invecchiando e dopo la morte dell'amata moglie la depressione stava cominciando a rendergli faticoso continuare a lavorare serenamente. Ma Manolo, a quasi 40 anni, non aveva ancora messo la testa a posto. Per lui erano più importanti un fisico e un'abbronzatura curati alla perfezione, gli aperitivi con gli amici, ballare fino all'alba, conquistare ragazze sempre diverse.
Chissà cosa ci trovava in lui Laura, giovane avvocatessa dalle spiccate doti professionali e con una brillante carriera davanti. Aveva fatto il tirocinio nello studio dei Tocco perché figlia di cari amici di famiglia. Per quanto di origini modeste, Laura era riuscita con diligenza e umiltà a prendersi una laurea e intraprendere la professione con impegno e passione. Era per questo che l'avvocato Tocco dopo il tirocinio non aveva esitato a farne una delle sue più strette collaboratrici. In realtà quella era la posizione che aveva sempre sognato per Manolo, ma suo figlio non sembrava averne alcuna intenzione. Gli aveva sempre dato quello che desiderava, soldi per viaggi, auto, moto, vestiti firmati. Aveva anche spesso dovuto intercedere presso alcuni colleghi all'università per permettergli di superare esami un pochino ostici. Ma il figlio sembrava mostrare ben poca riconoscenza, si presentava raramente in studio, e spesso non faceva che mettere confusione tra le carte.
L'avvocato sapeva che Laura stravedeva per suo figlio e, pur consapevole che una ragazza del genere meritava molto di più che un uomo pigro e spendaccione, in fondo pensava, e in cuor suo sperava, che lei avrebbe potuto aiutare Manolo a cambiare e sarebbe stata una buona compagna di vita.
Lui invece continuava a farlo disperare e far crescere i suoi stati depressivi, spendendo e spandendo a quattro mani e lavorando poco e nulla.
Un giorno l'avvocato prese coraggio e disse a Laura, assorta in profondi pensieri fissando la porta da cui Manolo era appena uscito: “Cara, so che vuoi bene a mio figlio, mi piacerebbe tanto vedervi assieme, e sono sicuro che un giorno sarà così.”
Laura arrossendo rispose: “Sì avvocato, vorrei che lei avesse ragione, ma io non riuscirò mai ad avere il suo cuore.”
“Avere il suo cuore”, ripeté assorto l'avvocato. Sorrise, ma di un sorriso triste, e uscì.
Qualche giorno dopo, un sabato mattina, l'avvocato non si presentò in studio, mandò a Laura un sms dicendole che aveva un forte mal di testa e sarebbe rimasto a casa per rilassarsi. Da qualche giorno era strano, forse la depressione aumentava, anche perché Manolo da più di una settimana non si presentava in ufficio, pare fosse impegnato nell'organizzazione di un rally. Pover' uomo, come dargli torto con un figlio così? Eppure Laura a quel ragazzo teneva sempre tanto.
Il lunedì mattina presto ricevette un altro sms dall'avvocato, che diceva di stare ancora male, le ricordava gli adempimenti più urgenti della giornata e le faceva sapere che aveva fatto lasciare un pacco per lei sulla sua scrivania. “Il faldone con gli incartamenti del caso Piredda”, aveva pensato lei distrattamente. Una storiaccia schifosa di maltrattamenti familiari che le faceva venire i brividi...
Arrivò in ufficio, aprì le finestre e le tende, raccolse i fax dalla cassetta e notò il pacchetto sulla sua scrivania. Non era un faldone, ma una scatola di latta, di quelle che contengono solitamente biscotti. Che l'avvocato volesse farle un dolce omaggio per scusarsi dell'assenza? Poggiò i fax, aprì la scatolina senza capire subito, ma quando i suoi occhi misero a fuoco, il segnale arrivò al cervello e perse i sensi.

Manolo fu trovato nel suo letto quel pomeriggio stesso. Nel suo sangue c'era un'altissima percentuale di morfina che lo aveva stordito e probabilmente addormentato, ma l'autopsia fu chiara: quando il cuore fu strappato dal suo corpo, era ancora vivo.